Rubrica d'arte

Come si legge un quadro

 
il gallo arte digitale di Vincenzo iacobelli

“Come si legge un quadro”
Ogni opera d’arte rappresenta un cammino che l’artista compie, un cammino, a volte difficile altre volte più semplice, in cui intervengono diversi fattori tra cui l’età,  il particolare momento spirituale in cui egli vive, il momento storico in cui  l’artista si colloca e, infine l’ambiente circostante e le influenze esterne  che non sono da sottovalutare, per cui leggere un quadro   non si riduce ad una semplice lettura ma a ciò che l’artista vuole trasmettere con quella determinata opera.   Proprio per questo e per la complessità che, generalmente, ogni quadro ha insito in sé, la sua lettura non è facile. Per leggere un quadro bisognerebbe partire da un’analisi che sia oggettiva, cioè basata su un’analisi obiettiva di ciò che stiamo guardando e soggettiva cioè da quello che l’opera in esame riesce a trasmettere a livello si sensazioni  e che, quindi varia da soggetto a soggetto.
La lettura obiettiva di un quadro può essere fatta, soltanto, da chi possiede delle competenze specifiche nel campo pittorico, difficilmente un semplice osservatore riesce a distinguere in un quadro la sua costruzione, la tecnica con cui l’opera è stata costruita,  la posizione delle luci e delle ombre e altri particolari. Ciò presuppone che il lettore competente si estranei da qualsiasi giudizio personale dell’opera per esprimere soltanto un giudizio tecnico e come ho detto prima, soltanto oggettivo basato su dati inconfutabili che rientrano in determinati canoni che possono essere accettati o no ma,  comunque,  rimangono tali. Certo il lettore competente può dare una lettura completa dell’opera d’arte in quanto riesce a cogliere tutta la complessità della stessa e in più può definire ciò che l’opera gli trasmette soggettivamente. A volte questo tipo di lettura che io identifico come scientifica risulta, forse, priva di sensibilità e se è troppo tecnica priva il lettore della parte relativa alla trasmissione immediata dell’espressività insita in ogni forma d’arte.
Diverso è il caso di chi s’accosta all’opera d’arte, soltanto soggettivamente, il lettore inesperto viene colpito dall’abilità dell’esecuzione prima e poi dalla verosimiglianza con la realtà. Più un quadro s’avvicina alla realtà più è considerato riuscito. I lettori inesperti non si soffermano sulla qualità e sulla composizione dettagliata di ciò che stanno guardando ma è  la superficie  di ciò che stanno  guardando che li spinge a decidere e ad apprezzare un opera anziché un’altra.   Questo modo di visitare le opere è sicuramente limitativo anche perché molte volte gli artisti deformano la realtà per rivisitarla in altri modi a loro più congeniali, ciò non significa che un quadro che si discosti dalla realtà sia meno bello e trasmette meno rispetto ad un altro più realistico. Partendo da queste brevi premesse possiamo dire che leggere un quadro può sembrare la cosa più semplice che si possa fare, se partiamo da quello che lo stesso riesce a trasmetterci, se invece vogliamo soffermarci attentamente su quanto l’artista abbia voluto esprimere e come ha voluto esprimerlo allora, diventa un po’ più complicato e non basta l’esperienza che già possediamo ma servono delle conoscenze specifiche che vanno acquisite con il tempo, con lo studio e con tanta passione per la pittura. Per cui posso concludere dicendo che se s’osserva un quadro così senza pretendere niente basta cogliere l’opera nella sua visione immediata,  ma se si vuole assaporare tutto quello che un’opera può darci in ogni suo piccolo particolare, allora penso che valga la pena approfondire la conoscenza e, per esperienza, vi assicuro che non si guarderà nello stesso modo in cui si guardava prima ma si andrà oltre e ogni volta che si guarderà si scopriranno aspetti sempre diversi che, le volte precedenti, vi erano sfuggiti.

 



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