Oggigiorno ottenere un lavoro è diventato sempre più difficile, un vero problema per tanti giovani. Infatti i giovani, ma ormai tutti, hanno problemi di lavoro e non riescono a comprendere una via di uscita. In Italia, nel 2013, il tasso di disoccupazione è stato al di sopra del 12%. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) a maggio 2013 è stata pari al 39,1% (fonte ISTAT). Dati allucinanti. Questo sta ad indicare uno stato di malessere generale e di sbandamento nel dover raggiungere i propri obiettivi di vita. In un contesto sociale così drammatico provo a dare una soluzione a coloro che amano praticare l’arte della pittura e intendono provare ad affrontare questo mestiere in maniera professionale. Ovviamente parlo di persone che hanno voglia di far sul serio e non vogliono semplicemente divagarsi nel mondo della pittura.
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Sin dai tempi antichi sono sorte con varie strutture e caratteristiche botteghe d‘artigiani produttori d‘arte. In queste botteghe venivano tramandati tutti i segreti e trucchi del mestiere che richiedevano una certa manualità ed esperienza. Le botteghe d’arti strutturate con gerarchia assoluta, avevano sempre un capo, Il Maestro della bottega, proprietario del negozio, seguivano altri maestri di poco inferiori, talvolta superiori al Maestro e tanti giovincelli che apprendevano il mestiere iniziano dalle faccende più umili. In ogni caso, se dovessimo soffermarci un po’ sul tipo di gestione delle botteghe allora potremmo anche notare come quelle che dovevano essere dei luoghi dove s’imparava un mestiere, potevano trasformarsi in dei luoghi di sfruttamento. Certamente il tutto va collocato nelle epoche storiche in cui si svilupparono, epoche in cui la miseria non solo materiale ma anche mentale provocava una serie di conseguenze facilmente riscontrabile e soltanto pochi riuscivano a porre le basi per emergere. Le botteghe d’arte pittorica, storicamente risalgono al Medioevo, la loro struttura piramidale, Maestro proprietario, maestri, allievi, allievi neofiti, apprendisti, garzoni. Il maestro produceva le sue opere d’arte ed insegnava agli allievi, i lavoranti avevano il compito di aiutanti del maestro sia nell'esecuzione delle opere, come nella preparazione dei materiali, supporti, colori e tutto ciò che era necessario nella produzione, (ricordo che un tempo i colori, i pennelli, le tele, non si acquistavano belle e pronte, in negozio, ma venivano preparate in bottega) infine vi era chi doveva provvedere alla pulizia dei locali. Le botteghe si svilupparono, in un primo tempo nelle società mercantili e marine come Firenze, Siena, Venezia. Queste città il cui tessuto sociale era commercialmente avanzato fu ideale, per cui anche la produzione delle opere era favorita e regolamentata e, inoltre, era favorita la vendita del prodotto. Dopo la loro nascita le botteghe furono regolamentate giuridicamente per proteggere la produzione interna da quella importata, oppure per evitare l’imitazione delle opere oppure delle varie formule utilizzate. Nel Rinascimento, l’epoca di maggiore splendore per le botteghe d’arte, ci fu una valorizzazione della professione e la fama del maestro era la garanzia del successo dell’opera d’arte. Va detto che nel Rinascimento le botteghe d’arte svolsero un ruolo didattico notevolissimo per la formazione di talenti. C’e anche da dire che il lavoro svolto nelle botteghe molte volte era frutto degli allievi e dei lavoranti e il maestro dava dei tocchi finali e apponeva la sua firma. Si può, comunque affermare che se da una parte c’era l’insostituibile formazione dei pittori da parte dei maestri, dall'altra c’era il risvolto economico che il maestro percepiva per delle opere che in alcuni casi avevano soltanto una sua firma. Credo che il limite delle botteghe sia stato proprio questo e cioè quello di delegare ad altri sia pure allievi e, quindi provenienti da una stessa scuola, la produzione d’opere che non potevano avere un’identità precisa ma molte identità. Se ciò poteva essere possibile per altre forme artigianali non credo potesse essere lo stesso per un’opera d’arte pittorica, la cui prerogativa è l’individualità dell’artista. Per cui nel momento in cui il maestro divenne una specie d’imprenditore più propenso ad impostare la sua opera per fini economici anziché per fini puramente estetici, proprio in questo sta la sua decadenza. Storicamente la fine delle botteghe viene posta alla fine del XVI secolo con la nascita delle Accademie che sostituirono le botteghe nelle attività didattiche e coincide con l’affermazione della libertà delle professioni intorno al XVI secolo. Forse, oggi, sarebbe necessario un ritorno alle botteghe d’arte pittorica, dico un ritorno perché di botteghe pittoriche ce ne sono ancora però, in queste esiste più un odore di nostalgia del passato che un forte sapore di professionalità.
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Oggi è possibile lavorare con la pittura? è possibile attraverso la pittura ad olio guadagnarsi da vivere? Una domanda molto difficile, specie in un momento di crisi come questo dove tutto va alla rovina, e in nessun settore si sente odore di guadagno. Ma la realtà ci dice che comunque, anche in queste situazioni, c'è chi si guadagna da vivere.
Il nostro obiettivo è quindi la realizzazione di un qualcosa, nel campo della pittura ad olio e del disegno artistico, che ci possa portare ad un guadagno economico tale da poterci vivere.
In un passato abbastanza recente, circa 40 anni fa, molti pittori dipingevano e vivevano con il guadagno dei loro dipinti. Infatti un tempo vi erano i cosiddetti quadri commerciali, di varia natura e costo, che ogni buon pittore produceva e con essi guadagnava da vivere. Con il passar del tempo anche questo lavoro è finito, alcuni pittori, ma anziani, continuano a lavorare in questo settore ma con poco guadagno.
Sembra ormai tutto chiuso, tutto impossibile, ma secondo un mio parere personale una speranza ancora c'è.
Ebbene, io credo che la pittura, in senso di guadagno, abbia ancora alcuni spiragli, e questi sono: la ritrattistica, l'iperrealismo, e il modernariato.
A questo punto definiamo meglio il nostro obiettivo: vogliamo acquisire le abilità di un buon pittore professionista che sappia produrre ritratti, dipinti iperrealisti, e sappia a completamento dell'opera insegnare la propria professionalità ad altri.
Abbiamo definito in questo modo un maestro d'arte capace sia di produrre la propria arte che d'insegnarla.
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