Rubrica d'arte

L’incubo di Johann Heinrich Füssli

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L’incubo di Johann Heinrich FüssliQuest’opera ha conferito notorietà Johann Heinrich Füssli, pittore e letterato svizzero del secondo settecento, di ispirazione neoclassicista ma soprattutto romantica e a tratti con tematiche surreali. L’artista ha riprodotto questa particolare e suggestiva scena in due versioni, una risalente al 1781 di dimensioni 101 x 127 cm conservato all'Istituto d’Arte di Detroit, e un’altra databile intorno al 1790-1791 da 75,5 x 64 cm. In entrambi i dipinti l’immagine rappresentata da Füssli ha una sfumatura onirica che riconduce alla dimensione del sogno agitato della giovane donna dormiente in preda all'incubo -da cui trae appunto il titolo l’opera- riversa sul suo letto con le braccia e la testa inclinate all'indietro, in una posa volutamente innaturale per simboleggiare il dolore e la sofferenza che si delineano con chiarezza sul viso dolente e passionale della fanciulla. Preme sul petto della ragazza il peso quasi concreto dell’incubo, una creatura dal viso vagamente ghignante, che per la gobba, il sorrisetto sinistro, la pelliccia e le orecchie a punta si riallaccia con facilità all'iconografia dei goblin nord europei o dei gargoyles delle cattedrali gotiche. L’ambiente d’intorno è una semplice stanza in penombra tipicamente borghese, di cui viene raffigurato il mobile coi profumi, il portagioie e lo specchio in cui non si riflette l’immagine inquietante dell’incubo, il mostro che tormenta il sonno della ragazza, chiara dimostrazione che esso non ha una realtà materiale e concreta. Dallo sfondo nero si va a delineare l’immagine evanescente della testa di una giumenta con i grandi occhi bianchi spalancati, come voleva l’immaginario tradizionale inglese della leggenda dell’incubo -nightmare, incubo, è infatti una parola inglese composta da “night” notte e “mare” cavallina- che si diceva cavalcasse nella notte una giumenta per andare a tormentare il sonno delle fanciulle. La scena è leggermente cambiata nella seconda versione del dipinto, in cui la luce si fa più innaturale e i colori più scuri, l’atmosfera spettrale dell’altro quadro adesso sembra ancor più inquietante e minacciosa, tetra. Una luce irreale illumina straordinariamente soltanto la veste candida e aderente della ragazza, mentre la scena d’intorno è spoglia e in ombra, come il mostro dai tratti scimmieschi, quasi umani, piegato su sé stesso, come sempre poggiato in petto alla giovane, mentre la testa della cavalla compare da dietro una tenda rossa come quella di un sipario teatrale, non più bianca e evanescente come prima, ma dall'aspetto quasi concreto, così scura da potersi confondere con l’ambiente che la circonda. C’è una tensione stranamente sensuale nel corpo della ragazza, nel legame tra la sua pura giovinezza e l’orrendo mostro che la tormenta, la passionalità dei suoi pensieri senza i vincoli di una ragione inibita dal sonno che lascia che si sprigionino i desideri più nascondi e reconditi dell’animo umano. l'incubo La rappresentazione di Füssli è un viaggio nella dimensione onirica del sogno, dell’incubo e dei lati più misteriosi e impressionanti dell’inconscio umano e precorre con grande anticipo tutto ciò che verrà teorizzato e studiato solo in seguito attraverso gli studi di Freud sui sogni e la loro interpretazione. La riproduzione dell’inconscio attraverso il simbolismo dell’artista è un mondo irreale e fantastico, popolato da figure legate alla magia, alla fiaba, all'ideale satanico del tempo, dalle cui ombre emergono i desideri passionali, i mostri del nostro inconscio più profondo, gli istinti animaleschi di violenza e brutalità che sono insiti in noi e che l’uomo deve saper riuscire a riconoscere e controllare. È questa una critica al pensiero e alla società a lui contemporanea, rivolta soprattutto alla fede indissolubile nella ragione illuminista e la sua degenerazione qualche anno più tardi con gli eventi del terrore francese dopo la rivoluzione. Il rifiuto di un pensiero vecchio sfocia in uno stile nuovo, il cosiddetto romanticismo nero, elogio delle passioni più nere e proibite. Quest'interpretazione dell'artista abbandona completamente il razionalismo illuminista, in un'esaltazione delle passioni e dei turbamenti dell'anima tipica del nuovo pensiero filosofico e artistico dello Sturm und Drang tedesco (tempesta e impeto) motivo per cui Füssli, insieme a Goya, viene considerato un precursore del Romanticismo, del simbolismo, della celebrazione delle passioni, dei tormenti, dei nostri demoni e dei nostri incubi che ci portiamo dentro e che nascondiamo anche a noi stessi e alle nostre facoltà, di tutto ciò che si posa sul fondo dell'animo umano, che ringhia e raschia le profondità e chiede di uscire.

 

di Michela Oliviero



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