Articoli d'arte

Il bacio di Klimt

Il bacio eterno

Questo è probabilmente il più famoso quadro di Klimt. L'artista austriaco vi lavorò senza sosta dal 1907 al 1908. Come molti altri suoi quadri anche questo è di forma quadrata, con più precisione di dimensioni 180x180. Per lo stile elegante, che segue i canoni dello stile Liberty, il saggio uso del colore oro tanto amato e l'atmosfera delicatamente erotica questo quadro fu largamente apprezzato e quando Klimt lo espose per la prima volta nel 1908 al pubblico, il dipinto su immediatamente acquistato dalla Österreichische Galerie di Vienna, dove è ancora conservato, senza considerare che da quel momento il Bacio sarebbe stato il manifesto dell'arte secessionista viennese.
Il tema non è nuovo nella pittura di Klimt, nella sua produzione infatti l'artista aveva già numerose volte rappresentato le passioni umane e l'amore, anzi si potrebbe dire che questa tematica lo abbia accompagnato tutta la vita. Anzi potremmo vedere lo spettro di questo dipinto già aleggiare in altri quadri antecedenti, come nel Fregio di Beethoven, ma persiste anche nell'Abbraccio del Fregio Stoclet (qui la posizione degli amanti che si abbracciano ricorda molto quella dei protagonisti di Il Bacio) che invece è del 1909. Mi piace pensare che l'idea del bacio sia stata a lungo nella mente dell'artista austriaco, anche inconsapevolmente, prima che Klimt potesse rendere immortale quella stessa immagine che non gli aveva dato riposo finché non fosse stata completa.
Questo dipinto si mostra speciale e diverso dagli altri per l'atmosfera che racchiude e l'amorevole semplicità del gesto rappresentato: un uomo sul punto di dare un bacio alla donna che si abbandona completamente nell'abbraccio del suo amato con un'espressione di amore e estasi. Si potrebbe dire che è lei ad avere primaria importanza nel dipinto, ma d'altronde nella produzione di Klimt i personaggi femminili sono spesso quelli che occupano un ruolo fondamentale. L'idea che fosse la donna, la femme fatale, a mantenere le redini dell'eros era tipica della mentalità del tempo, ma mentre si tendeva a fare un ritratto negativo della donna, Klimt invece ne apprezza il valore e le conferisce grande importanza in tutte le sue opere, convinto dell'idea che la stessa sensualità dell'amore, legata alla figura femminile, sia una forza che dona bellezza alla vita.
Solo di lei infatti è possibile vedere il viso -e nessuno è riuscito ad identificarlo con certezza, per quanto si pensi possa appartenere all'amica Emilie Flöge-, inclinato in orizzontale, per meglio ricevere il bacio, sulla spalla dalla pelle chiara e diafana, i capelli rossi sovrastati da una corona di piccoli fiori blu, poi le braccia, le mani e i piedi. Dell'uomo invece si intravede solo la nuca e il profilo nascosto, le mani nodose che tengono con delicatezza la testa della fanciulla. Tra l'altro, queste sono le uniche parti del dipinto ad essere rappresentate in modo naturalistico, con contorni e ombreggiature: tutto il resto assume un aspetto astratto, completamente coperto di color oro, lo stesso oro che aveva così profondamente colpito Klimt nel 1903 quando in viaggio a Ravenna ebbe l'occasione di vedere i mosaici bizantini e che lo portò in un periodo estremamente produttivo della sua carriera artistica che è stato appunto chiamata “il periodo aureo”. L'oro sullo sfondo annulla completamente la sensazione di profondità e per questo la scena risulta bidimensionale -proprio come nei mosaici bizantini. Proprio per la presenza del color oro Klimt non vede necessità di posizionare illuminazione nel dipinto, magari da un angolo o da una fonte esterna alla scena: la luce nasce direttamente dalla coppia, sono loro ad emanare vera luce.
I due amanti stanno inginocchiati su un piccolo prato in fiore, che ricorda l'immagine di un hortus conclusus (dal latino, giardino recintato) tipicamente medievale, dove gli innamorati possono scambiarsi il loro amore. Le tinte variopinte dei fiori e dell'erba tuttavia non possono spezzare la fulgida atmosfera dorata e quindi la “magia d'amore” dei due protagonisti.
Sicuramente il dettaglio più interessante e più evidente all'occhio è nelle due tuniche (curiosamente simili alla lunga tunica che era solito indossare lo stesso Klimt) vesti riccamente decorate che coprono completamente i corpi dei due amanti. Entrambe dorate, differiscono nella fantasia del decoro: quella dell'uomo ha delle forme rettangolari in verticale di colore nero, grigio, bianco, quella della donna ha delle forme curve e spiraliformi concentriche di vari colori: queste due diverse fantasie servono a simboleggiare la differenza tra i due sessi in una abbastanza palese allusione sessuale. Ma guardando meglio, in questo colore splendente che serve a coprire ma anche a confondere i corpi, è difficile vedere con certezza dove finisca il corpo della donna e dove cominci quello dell'uomo. C'è compenetrazione, c'è comprensione, c'è amore, c'è unione, ma nulla di tutto ciò è stato disegnato e dipinto. È questo che rende Klimt un genio e non un artista qualunque: semplicemente rappresentando un bacio riesce a trasmettere tali sensazioni
 Gli amanti sembrano staccarsi da quell'unica traccia di realtà terrena, il rettangolo erboso coperto di fiori, e diventano come un'unica cosa, ed è la forza dell'Eros che riesce a renderlo possibile, che sa trascendere le antitesi dei due sessi, così apparentemente diversi.
Lo sfondo indefinito, piatto, pone la scena in una dimensione che supera le umane idee di spazio e di tempo. Quest'attimo si perde felicemente nel tempo, diventa infinito. La cosa che più mi colpisce, e che mi fa amare questo dipinto, è che tutto nasca con un semplice bacio. Nella sua semplicità, questo gesto di affetto sincero, per quanto possa sembrare quasi banale, basta a creare un'aura che come una crisalide si chiude intorno agli innamorati, e li protegge dallo scorrere del tempo. Tutto diventa sublime, eterno, in un'eleganza incantevole e un senso di romanticismo che sa non diventare sdolcinato.
Tuttavia, bisogna riconoscere che Il Bacio è un attimo fuggente che si pone però verso la fine di un grande movimento, l'ultimo palpito di vita di un tempo che apparteneva più al passato che al presente, considerando la nascita dell'espressionismo che aveva reso obsoleto tutto il resto. In più, un'ombra calerà sulla luminosità di questo bellissimo dipinto quando l'Europa verrà sconvolta dal primo conflitto mondiale, rendendo inattuale questo mondo di sublime bellezza e grazia. Ma forse potremmo cogliere da questa drammatica ombra un insegnamento: tutte le guerre finiranno, nel sangue e nel dolore, ma troveranno una loro concluse. La prima guerra mondiale è finita.
Il bacio dei due amanti nel dipinto di Klimt no.

 

di Michela Oliviero



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