Nato nel 1903 in Lettonia e cresciuto negli Stati Uniti, Mark Rothko è stato uno degli artisti più profondi e influenti del XX secolo. Con i suoi grandi rettangoli di colore e composizioni minimali, ha saputo parlare direttamente al cuore dello spettatore, oltre ogni narrazione o figura.
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Il linguaggio del colore
Rothko non usava il colore per decorare, ma per evocare emozioni primarie: dolore, estasi, solitudine, contemplazione. I suoi dipinti non raccontano storie: si sentono. Il colore, per lui, era puro linguaggio dell’anima.
Le sue tele sono dominate da campiture ampie e fluttuanti, spesso due o tre grandi blocchi sovrapposti, dai bordi morbidi e sfumati. La scelta dei colori non era casuale: Rothko li studiava attentamente, cercando combinazioni che potessero generare vibrazioni emotive.
Pigmenti e tecnica
Per ottenere quegli effetti quasi trascendenti, Rothko sviluppò una tecnica personale e segreta, fatta di:
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Strati sottilissimi di colore applicati uno sull’altro, che creavano profondità e trasparenza;
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L’uso di pigmenti puri, spesso mescolati a mano con oli, uova o resine per modificare la consistenza e la luminosità;
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Fondi trattati con vernici e colle naturali, per aumentare la capacità del colore di “galleggiare” sulla superficie;
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Una tavolozza che passava dai toni <>luminosi e vibranti degli anni '40 ai colori più scuri e drammatici della sua fase matura, come rosso cupo, nero, marrone e viola.
Il risultato? Quadri che sembrano vivi, che respirano, che mutano con la luce e con l’umore di chi guarda.
Un’arte da contemplare
Rothko desiderava che le sue opere fossero viste da vicino, in silenzio, in spazi intimi. Non voleva che fossero solo osservate: voleva che fossero esperite. Per questo, spesso dipingeva su tele monumentali capaci di avvolgere lo spettatore e isolarlo dal mondo esterno.
“Il colore è solo un mezzo per arrivare all’emozione.” – Mark Rothko
Oggi, le sue opere sono tra le più iconiche dell’Espressionismo Astratto, esposte nei più grandi musei del mondo, e capaci ancora di commuovere, inquietare, incantare.
Approfondimenti e fonti autorevoli
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