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Arte murale

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I primi murales intesi come grandi affreschi (in pratica pitture realizzate con pennelli sui muri, sulle facciate di edifici o su pannelli posti in luoghi pubblici), risalgono ai primi anni del Novecento. Le scene riprodotte sono ispirate alla vita sociale o politica di una comunità, di un quartiere, o di una nazione. Fu in Messico che tale movimento artistico esordì grazie all’iniziativa di alcuni artisti che utilizzarono i murales come maniera espressiva dei loro ideali di libertà ed equità sociale, tematiche legate al periodo storico-sociale che stava attraversando l’America Latina in quegli anni. I maggiori esponenti sono Siqueiros, Rivera e Orozco. L’artista Siqueiros fu colui che sperimentò nuovi sistemi di colorazione e di strumenti industriali, infatti, utilizzò la pistola a spruzzo e l'aerografo, la vernice per auto e delle resine sintetiche che avessero una rapida essiccazione e fossero resistenti agli agenti atmosferici.
Nel 1930 il muralismo si sviluppò negli altri stati americani: Uruguay, Argentina e soprattutto in Cile, divenne una vera propria arte ed iniziarono ad utilizzarsi diverse tecniche espressive. 
Il Graffitismo, Graffiti art o aerosol art, nasce nei quartieri popolari come affermazione della nuova creatività underground (sotterranea) dei neri e degli emarginati del Bronx, ma anche come modo per evidenziare lo squallore delle periferie urbane. Prende spunto dalle pitture spontanee eseguite da giovani non professionisti (spesso neri del Bronx e di Brooklyn) con bombolette spray sulle facciate delle case, sui muri delle stazioni, ma soprattutto nei luoghi pubblici come: gli scompartimenti dei treni e della metropolitana di New York. Si tratta di una corrente artistica che esprime l’urlo dell’emarginazione sociale, culturale ed economica della periferia nera e multietnica rispetto al centro della città. I loro disegni, spesso delle scritte, riportano i nomi delle loro tag e dei loro gruppi (crew in gergo), frasi di protesta, di contestazione, offese, auguri, o semplici parole con significati particolari. I graffitisti usano un segno rapido, scattante, con colori brillanti, con riferimenti ai fumetti e ai ritmi violenti della musica rock, rap e della break dance in un sovrapporsi di immagini che rimanda al caos visivo dei mass-media. È un tipo di arte presa a modello da alcuni giovani per esprimere la propria libertà sociale, mentre dai molti è considerata solo un atto di puro vandalismo. Alcuni di questi giovani, come Jean Michel Basquiat¹, assistente di Andy Warhol², riescono a emergere e a esporre le loro opere in grandi mostre, divenendo famosi a livello internazionale.
È negli anni settanta che il Graffitismo è esportato dagli Stati Uniti in tutto il mondo e in varie forme.
Negli anni ottanta, questa corrente artistica, insieme con quella della musica rap e break dance, arriva in Europa: Francia, Germania e perfino in Italia. I Graffiti moderni hanno, rispetto al secolo precedente, un significato diverso; è pura espressione artistica che trae ispirazione, spesso, da slogan pubblicitari ed è utilizzata solamente per attirare l’attenzione dei passanti.
In Italia qualche comune ha adibito dei piccoli spazi pubblici per permettere ai giovani di esprimere il loro estro con i Graffiti, mentre in qualche altro si sono stanziati dei fondi destinati all’organizzazione di manifestazioni dove possono prendervi parte: graffitisti, ballerini di break dance e rapper. Grazie a queste iniziative centinaia di ragazzi e ragazze si riuniscono per rappresentare la propria città, per avere dei contatti e scambiare idee.

Per saperne di più

¹Jean-Michel Basquiat (1960-1988). Nato a Brooklyn, da padre haitiano e madre portoricana, comincia presto a dipingere sui muri di New York. Dopo appena tre anni inizia a dipingere su tele e tavole di legno. È molto amico di Andy Warhol, con il quale dipinge numerose opere. Basquiat adotta un linguaggio volutamente infantile tra astratto e figurativo con funzione narrativa, allusiva e provocatoria.

²Andy Warhol, grande esponente della Pop art americana, nei suoi lavori raffigura grandi quantità di prodotti, tutti uguali, come si vedono negli scaffali dei supermercati: bottigliette di Coca Cola, scatole di zuppa…. L’artista guarda al mondo circostante, agli oggetti “in serie” e li raffigura ripetendoli, nello stesso modo in cui essi sono ossessivamente proposti nella realtà. Si tratta in definitiva di una delle forme del linguaggio moderno della pubblicità, che ripete più volte la stessa immagine accompagnata dallo stesso messaggio, un modo per indurre ad acquistare.
Realizza anche ritratti di personaggi-mito, ad esempio Marlyn Monroe simbolo inconfondibile della società americana. L’artista, sfruttando i procedimenti permessi dalla stampa serigrafica, produce dallo stesso telaio infinite variazioni della star, cambiando solo i colori dell’inchiostro. Il viso della donna, bloccato in un sorriso, è replicato infinite volte con colori e toni diversi che ciascuno di noi può scegliere nella versione che preferisce.

matita rossa
matita blu
matita gialla
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NewsLetter

L'artista Vincenzo Iacobelli ringrazia tutti per il tempo dedicatogli ed invita a lasciare un piccolo messaggio della vostra gradevole visita.
In questa pagina, riporto alcune immagini di Graffiti, ma è bene ricordare che oggi, il muralismo è regolato dalla legge italiana: essa punisce con l'arresto chiunque dipinge murales, graffiti, o altro, su superfici pubbliche, senza il regolare permesso rilasciato dal comune.